Saint Seiya Vintage: Steel Saints

11.05.2022


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In questo articolo scriverò in merito alle edizioni storiche Bandai Japan degli Steel Saints o, se usiamo la lingua italiana, i Cavalieri d'Acciaio.

Compaiono esclusivamente nella serie animata ed, all'inizio, l'idea era quella di realizzare il design grafico di questi 3 personaggi con dei lineamenti più "da ragazzo", invece si è optato per personaggi poco meno che adolescenti.

Era in programma, da parte della TOEI la possibilità di un unione tra questi tre personaggi in modo da creare un unico Mecha Saint.

Le corazze si basano sugli elementi Aria, Cielo e terra.

Dopo questo preambolo veniamo a noi:

La linea Giapponese prevede tutti e 3 i personaggi che sono stati messi in commercio ad Aprile del 1987 al prezzo storico di  1980 Yen ciascuno insieme ai Bronze Saints V1 "First Born" ed i Black Saints V1 ma questi non erano "validi" per il Secondo Concorso dove venivano messi in palio i "Saint Cloth Box".

Anche in questo caso possiamo osservare la grafica dei box, in stile anime, con i disegni realizzati da Shingo Araki.

In terra Nipponica hanno ricevuto una buona accoglienza ed un indice di gradimento importante, specie dalla fanbase molto giovane.

Si presentano come modellini piuttosto semplici sia nella loro struttura di montaggio che nel numero elementi di cui sono caratterizzati.

Però non si è certamente prestata la giusta attenzione ai particolari; esempio i corpi...se  si era deciso essere poco più di bambini, i Die Cast avrebbero dovuto avere una dimensione del body più piccola ed esile.

Il totem object di Daichi non ricorda una volpe ma propriamente "un'automobile".

Il totem di Ushio sembra più un aereo che un pesce spada.

Lo stesso si può dire del totem di Sho che sembra un aereo e non ha nulla che richiami ad un tucano.

Immagino sarebbe stato difficile disegnare la cicatrice sulla guancia di Ushio. (come è avvenuto per Phoenix Ikki che in nessuna edizione presenta questo tratto).

Tutti e tre i totem object sono dunque dotati di ruote in modo da enfatizzare l'essere "Armature meccaniche".

Tutti e tre sono dotati di fori sotto i piedi per permettere il montaggio con il loro Totem.

Giusto per dirlo, il polistirolo non dispone di vetrina plastificata che ricopre ma della fascia sempre in polistirolo che copre la parte centrale.



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"Tucan Sho (Aria)"


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"Fox Daichi (Terra)"


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"Swordfish Ushio (Mare)"


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Nonostante questo, ritengo che siano modellini interessanti nella loro semplicità perchè, una volta assemblati, hanno una buona presenza.

Ushio (Lear in Italia) ha la maggior proporzione rapporto plastica/metallo decisamente a favore del metallo che compone tutta la sua corazza ad esclusione dell'elmo. Questo lo rende più pesante rispetto agli altri due Steel Saints e di fatto potrebbe sbilanciarsi più facilmente una vola assemblato e messo in piedi.

Bandai ha realizzato tre Battle Stage dedicati ad ognuno di essi a complemento dell'Arena dei combattimenti e compaiono raffigurati anche nella box Bandai Colisseum.


Cliccando sul bottone sottostante potrai leggere l'articolo riguardante i tre Battle Stage Japan a tema Steel Saints.

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Questi personaggi, cosi come tanti altri, non furono importati in Europa ne tantomeno in Italia, ma non perchè non fossero di gradimento fuori dai confini Giapponesi ma, banalmente, Bandai ha ritenuto di fare così.

Solo nel 2004 Bandai ha deciso di riprodurli, sempre destinati al mercato Asiatico e, nel caso parliamo di ristampe, sono stati importati da DTM Longjump anche nel mercato Sud Americano.

Esistono inoltre diverse edizioni di queste action figures non ufficiali.


Nel 2004 Bandai Asia HK ristampa tutta la linea di modellini, salvo alcune eccezioni, compreso questo terzetto.

Anche in questo caso la grafica del personaggio sul fronte box corrisponde alla controparte animata.

Noterete che, se avete la possibilità di confrontare la riedizione HK made in China con una qualsiasi delle edizioni storiche, alcune differenze:

Il personaggio risulta leggermente più alto e meno tozzo, e di conseguenza anche la corazza ha forme più ampie rispetto a quelle anni'80 e '90.

Si differenziano anche i fori di innesto dei componenti dell'armatura nel body e totem

Purtroppo questa linea Reedition è tartassata terribilmente, ed anzi i Generali Marini, i Black Saints V1 ed alcuni Sagittarius Cloth e Pope Arles, sono parte di quei pochi che si salvano, da seri problemi di distacco della vernice.


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Gli Steel Saints (Cavalieri d'acciaio) sono stati importati in Brasile e Messico da DTM Long Jump.

Siamo davanti sempre ad edizioni made in China.

Questa linea di Reissue è dotata di pannello apribile al fronte box con movimento che va da sinistra verso destra.

Cambia completamente anche la grafica e colorazione della box nonchè la disposizione del personaggio all'interno del blister.

Lo troviamo sistemato al centro con già addosso alcuni elementi della sua corazza, ovviamente rimovibili.

Il totem è disposto alla destra.

Ad eccezione dei Gold Saints e dei Bronze Saints V2, tutte le edizioni DTM, hanno, nella chiusura del pannello frontale dei tondi per chiusura "a strappo".


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Le foto provengono dalla collezione privata di Fabrizio Leoni (Blackgemini83)

Mentre le immagini delle Reedition DTM e HK provengono da Google Immagini.



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